A volte, mi sembra di trovarmi in un angolo di paradiso. Basta allontanarsi di poco dalla strada principale ed ecco che il panorama si apre su campi verdi e marroni che si estendono a perdita d’occhio.
È difficile credere che questa valle fosse un tempo una fitta e rigogliosa foresta. Ceppi d’albero così grandi da ospitare danze sul ceppo, trasformandosi poi in rifugi per i coloni. Utilizzando solo asce, seghe manuali e cavalli, questa vasta valle è stata liberata dalla vegetazione.
Ogni anno, la valle subiva anche inondazioni considerevoli. I coloni, con pale e carrozze trainate da cavalli, costruirono argini che circondavano l’intera area per poter stabilire le loro abitazioni e iniziare l’attività agricola.
Ho trascorso molte ore al museo locale, ammirando i volti di anime incredibilmente coraggiose che sono riuscite a domare questo luogo un tempo selvaggio.
Sebbene la perdita di tale abbondanza sia difficile da accettare, sono profondamente grato per il pezzo di terra fertile e chiara che mi è stato lasciato per costruire la mia vita.
Senza di loro, nulla di tutto questo sarebbe possibile.