Capsula del tempo per questo episodio: Allegoria della Primavera
In regioni temperate, non c’è stagione più attesa dell’anno della primavera. Dopo molti lunghi e tristi mesi invernali, la primavera offre un sollievo sotto forma di clima più caldo, più sole, spazi all’aperto accoglienti e la fioritura di alberi e altre piante. La primavera può essere vista, udita e sentita.
Storicamente, la primavera è stata sempre celebrata in un modo o nell’altro. Uno dei modi più duraturi è quello di evidenziare il periodo dell’anno attraverso la musica. Fin dai tempi medievali, canzoni dedicate alla primavera ci hanno ricordato che c’è molto da festeggiare con l’arrivo di questa stagione.
Un pezzo musicale che esprime chiaramente il concetto di “primavera” è il concerto in tre movimenti, intitolato così, di Antonio Vivaldi nelle “Quattro Stagioni.” Questo brano era molto riconoscibile ai tempi di Vivaldi, specialmente in Francia, dove il compositore Nicolas Chedeville realizzò un proprio arrangiamento delle quattro stagioni per un piccolo ensemble da camera. Il risultato è familiare, ma con una variazione.
Uno dei successi più grandi del tardo Rinascimento è stato un madrigale di Giovanni Pierluigi da Palestrina, che musicò una poesia a tema primaverile intitolata Vestiva i colli. L’opera si rivelò così popolare che molti dei suoi contemporanei e quelli successivi la presero in prestito per i propri scopi. Composizioni basate su Vestiva i colli sopravvivono per ensemble vocali e strumentali in versioni per usi devozionali in chiesa o per intrattenimento a casa.
La nostra uscita in evidenza segue il tema della primavera. L’Orfeo Baroque Orchestra esegue estratti da Le Journal du Printemps di J.C.F. Fischer, o il “Diario di Primavera,” una raccolta di danze per orchestra.